Archivista, collabora con l’Archivio Flamigni, con cui ha lavorato alla redazione del censimento dei processi di terrorismo e ha riordinato i processi relativi alla strage di piazza Fontana, alle bombe del 1968/1969, alle prime attività delle BR e alla morte di Feltrinelli. Ha collaborato inoltre con archivi milanesi come l’Archivio di Stato di Milano, l’Azienda di servizi alla persona "Golgi Redaelli", la Veneranda Fabbrica del Duomo e il Centro di Documentazione ebraica contemporanea. Ha scritto il libro L’Italia è su un sentiero di spine. La storia di piazza Fontana nei documenti processuali, uscito per La Vita Felice nel 2019.
Giovanni Liva (Milano 1954), ex archivista all'Archivio di Stato di Milano (1980-2018), si è occupato di problematiche archivistiche e storiche relative all’amministrazione della giustizia penale nello Stato di Milano in età moderna (secoli XVI-XIX); alla storia dei catasti, della cartografia e degli operatori (ingegneri e agrimensori) in Lombardia nei secoli XVIII-XIX. In tali ambiti ha pubblicato numerosi studi, partecipato a convegni, organizzato mostre documentarie. In anni recenti ha collaborato ai progetti di inventariazione delle carte giudiziarie relative ai fenomeni di stragismo e terrorismo, verificatisi in Italia negli anni Settanta-Novanta del Novecento, nell'ambito della Rete degli Archivi per non dimenticare.
Dal 2008 è la direttrice dell'Archivio Flamigni, curandone l’attività scientifica, la promozione delle iniziative e la didattica. Attualmente ricopre nel consiglio direttivo anche la carica di vicepresidente. È referente del tavolo con il Ministero dell’Istruzione successivo al protocollo per la realizzazione di iniziative didattiche e formative volte ad approfondire il tema del terrorismo e a conservare tra i giovani la memoria di tutte le vittime del terrorismo. Per il suo impegno riguardo a questi temi le viene conferita nel 2013 l’onorificenza a Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Fin dalla sua nascita l'Archivio Flamigni si è impegnato per creare un collegamento virtuoso tra realtà interessate allo studio e alla documentazione della storia italiana recente, in particolare alla stagione delle stragi e del terrorismo. Per questo nel 2005 promuove la Rete degli archivi per non dimenticare, che oggi comprende più di sessanta archivi privati e molti Archivi di Stato, che lavorano per conservare e rendere accessibili le fonti documentarie sui temi legati al terrorismo, allo stragismo, alla violenza politica e alla criminalità organizzata. Per questi scopi la Rete degli archivi per non dimenticare collabora con la Direzione Generale Archivi al portale tematico della Rete, realizzato all'interno del Sistema Archivistico Nazionale (SAN) e al portale www.fontitaliarepublicana.it, rendendo consultabili e accessibili per la prima volta documenti pubblici originali.
Dal 2003, grazie allo stimolo delle Associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo e delle stragi, sono stati sperimentati progetti finalizzati a tutelare e conservare i fascicoli processuali riguardanti il terrorismo e le mafie. In particolare sono state avviate importanti sinergie tra archivi privati, associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo, Archivi di Stato, tribunali e procure, che hanno reso possibile, in via sperimentale, la creazione di laboratori di digitalizzazione a Cremona, Milano, Bologna, Padova e Roma. Questi lavori sono stati realizzati in alcuni casi (Cremona, Milano, Padova) grazie al lavoro dei detenuti e nel caso di Bologna grazie al lavoro di volontari dell'Auser.