Questo lavoro di ricerca, finanziato dalla Scuola dei beni e delle attività culturali in partnership con l’Archivio Flamigni di Roma, rappresenta un primo tentativo di individuare i diversi nuclei documentari che rappresentano le fonti per la ricerca storica sulle vicende connesse alla Loggia massonica P2. Dato il tema non stupirà l’assoluta predominanza di documentazione giudiziaria considerata anche l’assenza, in questo contesto, di altri soggetti produttori di tracce documentarie interessati alla conservazione e accessibilità. Le eccezioni costituite da tracce documentarie lasciate dai soggetti coinvolti in queste vicende, quanto note, sono indicate nella ricerca.
La pubblicità garantita per legge agli atti processuali non coincide con la piena accessibilità delle documentazioni conservate da tribunali e corti d’assise. La presenza nelle corti italiane di un solo cancelliere, non sempre adeguatamente coadiuvato, e l’assenza assoluta di archivisti operanti in pianta stabile presso le autorità giudiziarie rende da sempre molto difficoltosa l’organizzazione degli archivi e la possibilità che questi siano effettivamente a disposizione del pubblico di studiosi, esperti e interessati. Dalla bravura e dal senso del dovere dello scarno personale delle cancellerie di ciascun tribunale d’Italia dipendono le condizioni fisiche, di ordinamento interno e in certi casi la sopravvivenza stessa di atti processuali di importanza fondamentale: di ciò sono perfetti ed opposti esempi due casi studio citati in questo lavoro. In merito al processo milanese all’Anonima sequestri di Luciano Leggio scrive l’ex magistrato Giuliano Turone «per la tragica disattenzione di qualcuno degli addetti allo scarto archivistico (dovuta forse anche al fatto che il nome di Luciano Leggio, detto Liggio, non era il primo della lista degli imputati), i faldoni contenenti gli oltre cento fascicoli degli atti processuali sono andati distrutti, essendo finiti tra gli atti penali del Tribunale di Milano del biennio 1976-1977 oggetto del provvedimento di scarto n. 2/5757 del 3 marzo 2007», fra le carte andate perdute le agende e le rubriche personali di Leggio risalenti al periodo in cui, secondo quella e successive inchieste, si saldavano i legami finanziari tra le filiali settentrionali di Cosa nostra, il Banco Ambrosiano e la Loggia P2.