Durante il sequestro di cui fu vittima, tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978, Aldo Moro scrisse certamente più di quattrocento pagine: si trattava di lettere, testamenti, biglietti a cui si aggiunse il memoriale, ovvero le risposte agli interrogatori dei sequestratori, autocostituitisi suoi giudici.
Come è noto, il testo del memoriale fu rinvenuto in due tempi nello stesso luogo milanese, in via Monte Nevoso: nell'ottobre del 1978, a pochi mesi dall'assassinio, in una versione dattiloscritta la cui esecuzione materiale era stata dei terroristi, e che poi si rivelò trascrizione parziale; nell'ottobre del 1990 nella molto più ampia versione in fotocopia dei fogli autografi di Moro e di due pagine dattiloscritte. La trascrizione del memoriale fu pubblicata nel 1993, basandosi sulle riproduzioni della Commissione Moro. Ignoto l'originale, ignote le registrazioni audio dell'interrogatorio, di cui gli stessi terroristi hanno poi parlato. Anche i testi delle lettere sono noti in parte per alcune delle pagine dattiloscritte rinvenute nel 1978 e grazie al corposo nucleo di fotocopie recuperato nel 1990 insieme alle riproduzioni del memoriale. Come per il memoriale, gli originali di gran parte delle altre scritture non sono noti: secondo le dichiarazioni dei responsabili del delitto anche quel materiale fu distrutto. Gli originali noti delle lettere, certamente recapitati dalle Brigate rosse, risultano ventotto. Quelli qui presentati sono la metà, quattordici, e provengono dagli atti processuali. Il contenuto delle lettere e dei biglietti nel loro insieme, ovvero circa un centinaio di testi, lo conosciamo grazie alla preziosa edizione di Miguel Gotor, lavoro che ha sollecitato l'azione di tutela della nostra Amministrazione su queste carte prima del loro versamento ordinario all'Archivio di Stato di Roma.
[Dal saggio introduttivo Dalla prigionia alla storia: le lettere di Aldo Moro come fonte]